domenica 7 aprile 2013

Official google.org Blog: TV White Spaces trial launches in South Africa

http://fumini.com/posizionamento-ottimizzazione-siti-bologna-udine/

Official google.org Blog: TV White Spaces trial launches in South Africa

http://fumini.com/posizionamento-ottimizzazione-siti-bologna-udine/
di Paola Polselli e Maurizio Fumini La maggior parte dei siti non è ottimizzata. Molti SEO sono convinti che basti il lavoro link building per posizionare un sito. Benché sia vero, gli elementi on-page hanno un peso parziale nelle “scelte” di Google, che si potrebbe quantificare in un 40% delle sue attenzioni. Qui ho già dato qualche consiglio su come approcciare l’ottimizzazione senza fare passi falsi. Ora approfondiremo insieme l’argomento, vasto, e continueremo a farlo anche nel prossimo articolo. Screaming Frog è un’applicazione, gratuita(utilissimo strumento per l’ottimizzazione siti, scarica qui), che ispeziona le tue pagine più o meno come fa lo spider di Google. Esso ricerca errori, redirect, link esterni, questioni riguardanti le keyword e gli URL, pagine duplicate, heading, meta robots, rel canonical, file size, page depth level, internal links, anchor text, follow & nofollow, immagini, bot crawling. Sarà utile esportare il report di Screaming Frog su un foglio di calcolo, quindi registrare il proprio sito su Google Webmaster Tools e su Google Analytics per avere un quadro completo della strategia da adottare. Screaming Frog fornirà una buona panoramica riguardante le keyword: title tags, meta description e meta keywords tag. I dati relativi alle keyword, forniti da Screaming Frog, uniti a quelli forniti da Google Analytics, sono preziosi: se si rilevano le chiavi indicate e le si inserisce nel Google’s Keyword Suggestion Tool, allora ne verrà fuori un’interessante lista di idee per le keyword. Il consiglio è quello di concentrarsi sulle ricerche locali e di evitare di focalizzare i propri sforzi su keyword difficoltose perché troppo ambite. Screaming Frog, inoltre, fornisce preziose informazioni circa gli URL. Qualche consiglio sugli URL e come crearli l’ho dispensato qualche settimana fa: clicca qui se desideri approfondire. Gli URL dovrebbero essere statici, e contenere solo lettere, numeri e trattini, poiché quelli dinamici potrebbero contenere anche caratteri speciali prodotti random. Gli URL dovrebbero sempre attestarsi sotto i 100 caratteri, poiché quelli molto lunghi sono controproducenti; ogni URL dovrebbe poi essere facile da ricordare, ovvero user friendly. E mi raccomando: se si decide di crearli nuovamente, provvedere al reindirizzamento! Se non li si reindirizza, i link che puntano proprio a quegli URL non avrebbero più senso. Proseguiamo nella nostra carrellata di spunti. Google non misura i title tag secondo un limite di caratteri, bensì secondo i pixel. Ecco perché è utile esportare i title tag in un foglio di calcolo. Lì sarà opportuno scegliere Arial come font, dimensione 12: Google infatti li misura così. Il limite è di 520 pixel: basterà impostare l’ampiezza della colonna di Excel per 520 pixel e il gioco è fatto. La dimensione ottimale è tra i 350 e i 520 pixel. I title tag devono poi essere compresi tra 50 e 65 caratteri, e ognuno dev’essere dedicato a una singola pagina. Usare la parola chiave di quella pagina due volte se lo spazio lo consente, una volta all’inizio seguita dai due punti, da un trattino o da una barra verticale, quindi eventualmente una seconda volta. Si può includere un geo-localizzatore (geo-qualifier) se il suo utilizzo è rilevante. In merito alla costruzione delle meta description, va detto che riempirle di keywords, data la loro brevità, le rende pressoché illeggibili. Più la meta description è allettante, invece, più è facile che attiri visitatori. Le meta description devono essere: - uniche e significative; – descrittive, fluide, contenenti un invito ad agire; – contenenti tra i 140-150 caratteri, mai menodi 51 e mai piùdi 160; – contenenti una o due frasi di senso compiuto, con punteggiatura corretta e non piùdi cinque virgole; – contenenti la parola chiave una volta soltanto per frase, e possibilmente all’inizio; – contenenti eventualmente un geo-localizzatore. Non è necessario usare meta keywords, poiché la maggiorpartedei motori diricercale ignora. Circa le heading tag, va fatta poi una considerazione: il motore diricerca percepisce le keyword più forti se la dimensione del font è più grande. Le percepisce insomma come più rilevanti, quindi occorre adeguarsi alle giuste dimensioni del carattere. Vanno tenuti a mente una serie di fattori: ogni pagina dovrebbe contenere un H1 tag, poiché attira il motore diricercache utilizza questo genere didati per determinare l’argomentodiuna pagina; gli H1 tag non dovrebbero mai contenere loghi e immagini, bensì esclusivamente testo. La parola chiave va inserita nello H1 tag, e se ce ne sonodipiù, va inserita in metà degli H1 tag complessivi; i paragrafi non dovrebbero essere più lunghi di cinque righe, ed è saggio spezzare la pagina ogni due o tre paragrafi con una sotto-titolazione (H2 o H3 tag) o con un’immagine. Questi espedienti rendono il testo più digeribile, poiché i lunghi testi compatti dissuadono il visitatore dal proseguire la lettura. L’argomento, come ho anticipato, verrà trattato anche nel prossimo post. Nel frattempo clicca qui se desideri metterti in contatto con noi e farci domande.